Un pomeriggio sullo Stivo(M): eh?

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Sittlieb
00lunedì 19 ottobre 2009 20:09
25.08.2009 Un pomeriggio sullo Stivo(M): eh?

Approfittando dell’inaspettata settimana part-time post ferie, con Luca, si decide di salire lo Stivo in pomeridiana. Le insistenti voci sulla presenza dell’orso, proprio sul sentiero che dovremmo percorrere, non fanno altro che dare la marcia in più alla gita.

Dopo una mattinata di lavoro parto alla volta di Mori. Parcheggio l’auto a casa di Luca e assieme saliamo al passo Bordala (1253 m), da dove parte il sentiero 623 che sale allo Stivo.

“eh?” “cosa?”

Ci mettiamo in cammino parlando delle ferie e delle rispettive imprese montagnose; ho il ginocchio un po’ disfatto e stare dietro al passo di Luca è ardua, ma la curiosità di vedere cosa si cela dietro a un mugo o su una cengia è un ottimo propulsore.
Il sentiero si fa sempre più ripido, siamo sul versante sud sud-est dello Stivo e il sole non perdona: caldazza! Sotto di noi un velo di foschia offusca Rovereto e la Vallagarina, sopra cupi nuvoloni s’addensano sul Bondone. Ci sale un po’ la rabbia a pensare al magnifico tempo che c’era il giorno prima, ma vabbè l’importante è esser qui, liberi nel nostro mondo.
Tra una sbinocolata e l’altra arriviamo alla Cima Bassa (1684 m) da dove ammiriamo il Brenta e la sinuosa linea di cresta – percorsa nel 2005 – che unisce lo Stivo al Cornetto.
Da qui prendiamo il sentiero 617 che percorre il crinale est nord-est dello Stivo. Camminiamo lungo il bordo di selvaggi canaloni calcarei intervallati da irti prati, che scendono fino alla verde valle degli orti, la val di Gresta.
Un ultimo sforzo ed eccoci sui 2059 metri dello Stivo; nonostante la foschia, sono discretamente visibili il lago di Garda e i suoi monti.
Scattiamo qualche foto e poi andiamo a mangiarci una buona – e assai cara – fetta di crostata al rifugio Marchetti (2012 m), dove terrò lezioni di “ursinologia” alla giovane co-gestrice.

Decidiamo di rientrare alla base percorrendo un altro sentiero, potendo così completare un appagante giro ad anello.
Dal rifugio risaliamo un po’ il costone e scendiamo lungo la panoramica cresta sud dello Stivo; l’ora rende ovattato il paesaggio.
Caliamo rapidamente fino alla località Le Prese dove prendiamo il sentiero 608 - 608 bis che ci porta nei pressi di un maneggio (1250 m circa) e da qui, per strada asfaltata, giungiamo a S. Antonio e all’omonimo bar degli alpini.
Stiamo camminando lungo campi coltivati quand’ecco che in lontananza noto una macchia marrone, binocolo: bingo! Eccola là, una bella e giovane femmina di capriolo. Ci avviciniamo lentamente; la bestiola ogni tanto alza la testa, ci osserva, ma poi continua a brucare indisturbata, fintanto che superiamo quel limite invisibile e con due salti si dilegua nel bosco.
Ora la stradina entra nel fitto del bosco, i miei sensi si mettono all'erta, il sapere che potrebbe esserci l’orso, naturalmente mi “spaventa” un po’, ma al contempo m’elettrizza.
Silenzio. Facciamo due svolte e poi ecco qualcosa di sospetto: sassi spostati, raschiamenti e graffi su tronchi, l’agitazione/eccitazione è alle stelle. Foto.

In seguito, gente più competente di me, dirà che al 99% non si trattava di tracce di presenza ursina perché le unghiate erano troppo basse, ma poco importa… “L’ombra dell’orso è per noi più reale dell’orso vero e proprio. Cercare l’orso è importante, trovarlo è secondario, come è il viaggiare che affascina, non la meta. Perché cercare l’orso è come cercare noi stessi e nel corso della ricerca può esser che noi cambiamo” (L’Ombra dell’Orso – D.Castellani).

Proseguiamo in religioso silenzio, ogni piccolo rumore ci mette in allarme, timore reverenziale e curiosità s’impadroniscono di me, e penso, anche di Luca.
In questo stato di massima allerta dei sensi giungiamo, al crepuscolo, all’auto.

“eh?” “cosa?”
“boM alla prossima” “BoN” “Ne vedeM!” “Ne sentiM!”















ClaudioTN
00lunedì 19 ottobre 2009 20:17
Quell'ombra dell'orso che aleggia in ogni gita in cui è possibile il suo avvistamento..... bel racconto e la mia foto predertia ovviamente è quella del cb [SM=g27828]

[SM=g27811]
Lu.Pe..
00lunedì 26 ottobre 2009 09:59
Eh?

parla piaM!!

bel giretto pomeridiano.... a breve vedo di recuperare anche le mie foto! in questi mesi si è accumulato un po' di polvere...hihihi
Flaviosky
00lunedì 26 ottobre 2009 20:33
Re:
Sittlieb, 19/10/2009 20.09:


..........................
“L’ombra dell’orso è per noi più reale dell’orso vero e proprio. Cercare l’orso è importante, trovarlo è secondario, come è il viaggiare che affascina, non la meta. Perché cercare l’orso è come cercare noi stessi e nel corso della ricerca può esser che noi cambiamo” (L’Ombra dell’Orso – D.Castellani).



Mi piace proprio questa frase, nonmiricordopiùchi tempo fa disse che noi abbiamo il "dovere" di correre il rischio di incontrarlo perchè lui come e più di noi ha il diritto di girare per i nostri boschi, e quando ciò non accadrà più saremo tutti un po' più poveri.


Quanto alle foto belle tutte, ma questa...


Aaaaaaaahh... cumulonimbus!!!!!!!!!! [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=g27836] [SM=x948576] [SM=x948577]


Ps: non preoccuparti Luca, che c'è chi ti batte quanto a polvere sulle foto... [SM=x948598] [SM=x948592]


[SM=x948648]


Sittlieb
00mercoledì 28 ottobre 2009 12:07
Re: Re:
Flaviosky, 26/10/2009 20.33:



Mi piace proprio questa frase, nonmiricordopiùchi tempo fa disse che noi abbiamo il "dovere" di correre il rischio di incontrarlo perchè lui come e più di noi ha il diritto di girare per i nostri boschi, e quando ciò non accadrà più saremo tutti un po' più poveri.





[SM=x948626] [SM=x948626] [SM=x948626] [SM=x948626] [SM=x948626] se ben ricordo è una frase di Buzzati [SM=g27811]


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