..."ma ciao cavo, indovina dove siamo?!...Abbiamo deciso di passave la notte a Covtina, la Pevla delle Dolomiti, siamo appena avvivati e stiamo passeggiando lungo il covso... guavda sto ammivando un bellissimo paio di scavpe del mio stilista pvefevito... 400 euvo?! ma cevto che le compro!!! ooooh che bel completino da scii!!! già mi ci vedo che lo sfoggio duvante la mia pvima discesa sulle piste del Cvistallo....oh mi sa che favò l'invidia delle veline quando savanno quassù anche lovo a Natale! adesso ti saluto pevchè il mio ciccino vuole andave a vedeve un giubbottino nuovo che mi pave costi sui 900 euvo"...
le "v" sono volutamente state scritte dalla sottoscritta per imitare un po' gli "sboroni" che vanno in vacanza a Cortina d'Ampezzo (con tutto il rispetto per chi ci va perchè la ama, e non perchè fa figo, e soprattutto senza offesa per chi la "erre" non la pronuncia correttamente)
Perchè abbiamo scelto proprio Cortina come meta per questo ultimo fine settimana d'ottobre?!
Semplice, perchè saremmo stati vicini alla partenza della nostra escursione per la domenica.
Cortina l'abbiamo sempre vissuta brevemente in periodi considerati di bassa stagione, quando per il famoso Corso Italia non ci sono le agghindate signore o volti più o meno noti del mondo dello spettacolo, politico, culturale ecc...
Una novità quindi essere lì, in questo paesotto di montagna, definito da sempre "la perla delle dolomiti" (titolo del tutto discutibile a mio parere).
Trovato un alberghetto aperto anche in questo periodo dell'anno, ci immergiamo, per mezza giornata nell'atmosfera cortinese, che tutto sommato di questi periodi non è proprio male. Un po' di movimento in centro, qualche turista straniero, molti negozi e alberghi chiusi (non mi soffermo a commentare i prezzi esposti in alcuni negozi...uno scandolo!!!
).
L'aria del tardo pomeriggio si fa immediatamente frizzante... Aaaah la mia temperatura ideale, clima bello secco tra l'altro e cielo quasi sgombero dalle nuvole.
Gli ultimi raggi di sole vanno a colpire le cime attorno a Cortina, alcune leggermente imbiancate.
Cena in un localino tipico del paese e poi, si va a nanna per ricaricare le batterie per l'indomani.
(oh si dorme pure un'ora in più sta notte
).
La domenica, sveglia non troppo presto, attorno alle 7.20, una buona colazione e poi via in macchina verso la base di partenza della nostra escursione.
La macchina, lasciata fuori tutta la notte, presentava qualche ghiaccioletto... uhmmm in quota dev'essere freddino.
Si parte!!! In poco tempo, risalendo la strada del passo Giau, giungiamo a quota 1500 mt, all'altezza del ponte sul Ru Corto.
Scendiamo dalla macchina e il freddo ci attraversa subito le ossa... Vestizione totale in fretta e furia con tanto di guanti di lana perchè le punte delle dita si stavano congelando velocemente.
Bon, si parte. Scendiamo subito verso il torrente Ru Corto, oltreppassando il ponticello in legno. Il sentierino si snoda per pochi metri in piano attraverso il freddo bosco.
Dopo pochi metri si inizia a salire sempre all'ombra, scavalcando i "gradini" e gli intrecci delle radici affioranti.
Sali e sali, continuamente... Alla nostra sinistra fa la sua bella figura la Tofana di Rozes e alle spalle in lontananza le Cinque Torri, Averau e Nuvolau.
La salita nel bosco si fa sempre più ripida.
Giungiamo poi in un piacevole prato, dove il nostro sentiero, il nr. 437 si intreccia con il nr. 434.
Facciamo una piccola sosta in questa area pianeggiante, approfittando per scaldarci un po' sotto i raggi del sole e per mangiarci un po' di frutta.
Dopo la breve siesta, via di nuovo zaino in spalla! La salita attraverso il bosco continua all'ombra, oltre che degli alberi anche della Croda da Lago.
Il sentiero si alza rapidamente per parecchi metri, e come tira!!!! (già mi immagino che la discesa, per me sarà più dura della salita, ma meglio andare avanti)
Superato questo ultimo strappo, finalmente il sentiero si fa più piacevole e lineare e la visuale cambia.
Sempre alla nostra sinistra si fanno vedere le cime che circondano la conca Ampezzana. Nel frattempo il cammino verso il rifugio continua... Eccolo!!! Tra gli alberi si intravede un po' più in basso lo specchio d'acqua del lago.
Le gambe sono un po' stanche e anche la fame si fa sentire.
Ci accampiamo nel retro del rifugio Palmieri Croda da Lago che sorge vicino alle sponde dello specchio d'acqua.
Ci rifocilliamo al cospetto del panorama che si apre dinnanzi a noi; Antelao, Sorapiss, Faloria, Pomagagnon e più in fondo le Tre Cime di Lavaredo e il Cristallo.
Di fronte al rifugio, più in là si staglia contro il cielo il Beco de Mezodì e si intravede la via che conduce alla forcella Ambrizola. Dietro di noi la parete della Croda da Lago che cade a picco sulle acque dal lago.
Il cielo è azzurro, più azzurro che mai. Non ci sono nuvole all'orizzonte, l'aria e fresca e il sole ancora scalda.
Ce ne stiamo un po' lì, di fronte a questo anfiteatro dolomitico. Oggi la luce rende queste montagne ancora più belle!
Ci avanza del tempo, oltre che per recuperare le energie, anche per stare un po' in pace, per dimenticare la vita di ogni giorno, per rendersi conto di quanto fantastico sia questo ambiente, che nonostante la fatica fatta per raggiungere questo posto, quando sei lì, tutto si dimentica e capisci che davvero ne vale la pena sudare un po' per poter apprezzare ancora di più tutto questo!
Si trova anche il tempo per scherzare e naturalmente, ancora una volta Matteo si da da fare con i suoi soliti lanci di sassi in acqua...
...montagna...sempre grazie...!!!
...tra poco in arrivo le foto...