Quando si vede nero... perchè si vede nero?

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LAPROSSIMA
00sabato 13 settembre 2003 02:03
Spesso, tra i miei ospiti, ho sentito la frase: "non ce la faccio più, questo è un paradiso di pace(intendendo la prossima) ".
Frase dettata dallo stress della vita attuale.
Frustrazioni che ci portiamo dietro, tabù repressi, aspettative (di lavoro, di coppia, di potere, d'amore ecc...) deluse.
Proviamo ad interpretarne i motivi, filosofeggiando in maniera spicciola?
Quali potrebbero essere le cause che ci portano a non godere della bellezza e della semplicità che ci circonda?
Pensate che dipenda da cause esterne?
La propria infelicità da cosa può nascere?
Le esperienze considerate negative portano inevitabilmente al cinismo?
La frase orientale:
"i problemi non esistono! Ce li creiamo"Pensate che sia stupida?
Quando uscite di casa guardate nella vostra borsa e controllate di avere tutto? aspirina, antirabbica (con tutti i cani che ci sono in giro...), siero contro il morso delle vipere, bende per eventuali tegole che possono cadere in testa, pomata contro esentuali distorsioni da caduta da tacchi, maschera antigas per una qualche fuoriuscita di metano, vasellina perchè non si sa mai.....

[Modificato da LAPROSSIMA 13/09/2003 2.15]

[Modificato da LAPROSSIMA 13/09/2003 9.20]

Albamarina
00sabato 13 settembre 2003 14:33
Filosofeggio anch'io
Provo a dire la mia.
Quali potrebbero essere le cause che ci portano a non godere della bellezza e della semplicità che ci circonda? Sicuramente gli occhi con cui la guardiamo.
Pensate che dipenda da cause esterne? Dipende, credo, da un lunghissimo e complesso mix di cause, antiche e nuove, difficile tanto da individuare quanto da rimuovere. Non dico sia impossibile, dico che in alcuni periodi le cause pesano davvero tanto di più rispetto ad altri.
La propria infelicità da cosa può nascere? A questo è difficile rispondere. Anche qui vedo il mix di interno ed esterno, dove l'interno è, spesso, tanto antico e doloroso da non poter essere rintracciabile. O, semplicemente, molto doloroso.
Le esperienze considerate negative portano inevitabilmente al cinismo?
Sì.
"I problemi non esistono! Ce li creiamo". Non penso sia una frase stupida, ma non credo si possa semplificare così il continuo incespicare della vita.
Quando esco di casa non controllo niente, anzi spesso non ho con me quello che serve. La vaselina "virtuale", però, quella non la dimenticherò più.
LAPROSSIMA
00sabato 13 settembre 2003 16:28
Questa volta sono d'accordo all'80%
Concordo praticamente su tutto tranne che sugli ultimi 2 punti.
Avere esperienze negative non porta inevitabilmente al cinismo!!!
Per alcuni si, per altri no!!!!!!!!
Dipende sempre dalla propria predisposizione
Si entra nel cinismo (premetto che sono pensieri soggettivi) quando non si riesce a superare la "scorza" (rimango dell'idea che non ci sia solo dolore) del dolore.
Penso che il cinismo sia solo uno scudo, una forma di resa.
E questo avviene quando non si ha la forza di lottare, ma in me c'è sempre un pensiero: se rimango nel buio del cinismo cosa mi perdo?
Sono ancora disposto a lottare e conosco (chi più chi meno) quanto sia doloroso prenderlo in quel posto, ma non voglio nemmeno rinunciare alle carezze che la vita può "forse" ancora offrire; Sono disposto a rischiare.
Il pensiero orientale è reale e tangibile, ci vogliono allenamento e letture appropriate per riuscire a comprenderlo, ma penso sia vero, perlomeno lo condivido.
Spesso ho analizzato dolori o gioie (molto forti), alla base di tutto paura e bisogno del possesso (sotto ogni forma)
Paura di perdere qualche cosa, qualunque essa sia.
Elimina questa paura e vedrai con occhi diversi come ci gestiamo.
Un conto è osservare il giardino di casa dalla finestra un altro e vedere il giardino e la casa tutta e le montagne che la circondano da un aereo
Oddio!!!!mi sto dilungando, inizio con una piccola pezza e poi....
Ciao Gabriele

[Modificato da LAPROSSIMA 13/09/2003 16.31]

Albamarina
00sabato 13 settembre 2003 18:00
Mi accorgo che ho in parte risposto nell'altra cartella, quella dove parli dell'allenamento nel bosco.
La gente mi piace e mi continua ad affascinare tantissimo. E' la distanza che ci si mette in mezzo che cambia la prospettiva...
Se avessimo fatto questi discorsi anche solo un paio di anni fa credo che ti avrei risposto che sì, chi rinuncia si perde un sacco di belle cose, ti avrei detto che rimanere fregato una volta dalla vita non deve significare smettere di vivere fino in fondo, ti avrei detto che sono una di quelle persone che continuano a vivere "profondamente". Ho imparato ad odiare questo avverbio. Ti avrei detto "credo nella gente, nelle potenzialità dell'amicizia, dell'amore, della vita". Ma a volte accadono cose anche banali, anche poco importanti, che trovano però, come una perfida bietta, la fessura nella quale infilarsi al momento giusto. O sbagliato, vedi un po' tu. E succede che ti accorgi di non aver più voglia di usare i piatti di una bilancia che non ti interessa più usare. Pesi e soppesi tutto a lume di naso, e quel che accade accade. Vedi, anche solo un anno fa mi sarei dispiaciuta moltissimo della piccola ma robusta discussione sul forum di Zanardelli, dell'incomprensione generata da parole fraintese. Ora me ne frego, mi sono cancellata dalla mailinglist, non entro nel suo forum, mi lascio alle spalle chi mi delude. La sensazione è che avrò presto le spalle affollatissime.
Le "carezze" della vita me le perderò anche, può essere. Come può essere che il cinismo sia una resa o una scorza. Mi importa abbastanza poco quello che è, mi interessa di più, e tu Gabri lo sai, conoscere bene me stessa piuttosto che perdermi troppo sul serio dietro all'ipocrita "volemose bbene" proclamato del 99% dell'umanità. Mi piace pensare che alcune delle persone che ho intorno ora appartengano al quel 1% controcorrente. Mi sono sempre piaciuti i salmoni.
Tutto il resto è fasullo o relativo.

[Modificato da Albamarina 13/09/2003 18.01]

LAPROSSIMA
00sabato 13 settembre 2003 23:18
Posso non condividere il tuo pensiero, ma lo rispetto perchè è il tuo con le tue esperienze e il tuo modo di sentire
Convengo che Prima di ogni altra cosa bisogna cercare di conoscersi, dopo, tutto assume sfumature diverse.
Per il momento un grosso bacione, torno al lavoro
Ciao Alby
so' io
00domenica 28 settembre 2003 14:14
per prima cosa dico subito che sono azzurra ciao. sono venuta per caso a fare un giretto e mi son letta il forum e ho trovato questa discussione. non sto mai molto al pc, intendo dire connessa, per ovvi motivi economici, quindi dubito che potrò mai essere molto presente. anche perchè ho un po' da fare. ma comunque. una cosetta la posso anche dire. si tratta del vedere nero, del lottare per vedere comunque il buono ecc.

ho pensato a lungo a questo. e sono arrivata a credere che il dolore c'è, le cose che fanno male ci sono, che le cose che ci fanno malissimo ci sono, che le cose che non potevi immaginare che facessero così malissimo ci sono. ora il punto qual è. ci sono, queste cose, e sono vere. io non credo che si debba "lottare" contro queste cose. il mondo dove stiamo è così, e fa parte del mondo anche questo fatto dello stare male. io non voglio negare o cambiare questa cosa. avere sempre il sorriso del presunto saggio sulla faccia. gli orientali e le loro filosofie sono molto avanti in questo, ma credo che noi li si abbia travisati. loro non ci danno gli strumenti per vedere sempre che tutto può essere migliorato, che l'armonia dell'universo è perfetta. loro ce lo mettono, il dolore, dentro questa armonia. è vero, è reale, è innegabile che ci sia. che delle cose ci fanno patire. secondo me la vera unità con l'armonia, se così la vogliamo chiamare, è nell'accettazione di questo male. nel vivere fino in fondo questo dolore e poi nel reagire di conseguenza. potrebbe diventare cinismo, stanchezza, o di nuovo apertura. ma non sono disposta a credere che possano farmi tutto e che io resti impassibile e sorridente come un buddha. persino cristo ha avuto da ridire con dio quando lo ha abbandonato in questa nostra terra bella quanto vuoi ma pure cattiva. cattiva non nel senso dispregiativo... è una cattiveria innocente, come quella del gatto col topo. che il mondo sia bello son d'accordo. ma che sia sempre un posto in cui essere felici non è vero. i problemi ce li creiamo? forse. forse è nella natura umana. io non credo che l'uomo sia buono. per me è violento, contraddittorio, fragile, superbo, complicato. e se lo si vuole amare, lo si deve prendere così com'è, senza cercare in lui chissà quale dote. che poi le ha, cavoli se ne ha di doti. ma non è bello, nè buono, questo no. eppure è perfetto così, perchè è così. poi ognuno si regoli come può, vada a fare il soldato o il pacifista. non ci sono ricette, non ci hanno spiegato niente e credo che vada bene così. condivido l'idea di alzare la testa e provare a fare del proprio meglio. ma questo non significa che possa anche accadere che talvolta la testa vada chinata e gli occhi restino bassi.
bene, confucio vi saluta.
boban
00domenica 28 settembre 2003 17:02
quasi sempre la soluzione ad un nostro problema è piu' vicina e piu'semplice di quanto noi si possapensare.ragazzi stanotte vedevate nero perchè mancava la luce,era sufficente accendere una candela per quanto fosse stata flebile la luce il nero sarebbe comunque sparito,o perlomeno sarebberisultato un grigino pallido pallido
Albamarina
00domenica 28 settembre 2003 17:32
Ciao, carissima Azzurra
Ho letto con interesse ciò che hai scritto. Mi piace sempre molto come scrivi e quel che scrivi. Credo, come te, che ogni individuo debba fare i conti con le proprie esperienze. Tu scrivi: "ma l'uomo non è bello, nè buono, questo no. eppure è perfetto così, perchè è così."
Vero, verissimo per tutti noi. Ma chi l'ha detto che dobbiamo per forza "prenderlo" così com'è? Io ho deciso di "dargliela su" e di non prendere niente e nessuno, se non in percentuale bassissima. E, ripeto, preferisco andare controcorrente ma lasciarmi dietro gli inutili orpelli. Fra i quali, mi spiace dirlo, includo molti esseri umani. Forse io sono più spazzatura degli altri, e forse proprio per questo non mi serve aggiungerne altra... e, mi ripeto, tutto il resto è fasullo o relativo.
Un forte abbraccio, ci vediamo presto.
LAPROSSIMA
00domenica 28 settembre 2003 23:55
Io rispondo a Boban
Come sarebbe a dire bastava accendere una semplice candela?
Innanzitutto bisogna prendere coscienza che non si è ciechi e poi alla cieca andare a cercare una candela.
Ma esistono ancora le candele in casa?
Ciao Azzu coma al solito logica fino in fondo eh??
Un grossissimo bacione sperando di incontrarci prima o poi
Gabriele il santo
Gabriele il meditativo (se non si addormenta)
00lunedì 29 settembre 2003 23:54
Il dolore è nella nostra essenza coma la gioia
Bisogna saperlo amare e rispettare, Il dolore arricchisce, può portarti ad avere una nuova visuale della vita, ma si sa che a seconda della propria natura si interpreta diversamente.
Penso di essere tendenzialmente ottimista forse questa è la causa che mi fa credere che attraverso il dolore si può raggiungere una maggiore pienezza ed una maggiore consapevolezza della gioia.
In questi ultimi anni ho vissuto avvenimenti distruttivi, ma sono contento di viverli (purtroppo al presente) perchè mi hanno aperto una finestra su di un mondo che non conoscevo, di dolore, di dignità di fragilità ma anche di amore per la vita.
Forse non conosco il dolore talmente straziante da seppellire ogni speranza.
Ma la frase iniziale era:
Quando si vede nero perchè si vede nero?
Uno spunto per fare un'autocritica dei momenti bui
Se non si riesce a vedere nemmeno un barlume di luce, allora è talmente buio che occorre un aiuto.
Ciao Gabriele

Loretta
00giovedì 2 ottobre 2003 21:47
Io ne ho passate tante ma vi giuro:non ho mai visto nero, anche quando ero o sono depressa riesco a convircermi che c'è chi sta peggio di me, per cui il nero si sfuoca e diventa un grigio, poi a poco a poco in un azzurro bellissimo, tipo il cielo di quest'estate, con il sole.... allora si che metto gli occhiali da sole per non accecarmi del tutto!!!!
Un po' semi-seria questa è la mia spiegazione: se vedi nero è perchè vuoi vedere nero!!!!
Loretta
giara
00venerdì 3 ottobre 2003 20:27
ecco che tiro fuori la laurea in filo-sofia
stamattina è entrato dal fornaio un bellissimo ultraottantenne(mio ex-compagno di scuola) lentamente e,con tanta fatica ,appoggiandosi a due bastoni,cercava di raggiungere il banco
quando si è accorto che impediva il passaggio ha detto in un bel dialetto antico"se gavì prèsia,pasì pur...chè i m'han pen'na
dè la multa ,parchè andeva 'sì fort ca feva tropp vent...e 'lora adèsa go d'andèr più piànen!!! "
trad: se avete premura,passate pure...mi hanno appena fatto la multa,perchè camminavo tanto forte da far troppo vento...e allora adesso devo andare pianino"
giara
00venerdì 3 ottobre 2003 21:01
e se continui a vedere tutto nero,prova a schiacciare quel pulsantino che c'è a destra in basso,si dovrebbe accendere il monitor
so sempre io
00domenica 5 ottobre 2003 11:15
Se il chiaro dice, sono il buio
Ha detto la verità.
Se il buio dice, sono
il chiaro, non mente
(Muller)
Albamarina
00domenica 5 ottobre 2003 12:13
E il tuorlo?
Albamarina
00domenica 5 ottobre 2003 12:13
Ciao Azz! [SM=g27971] :Sm28:
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