I due milanisti rifiutano l'esame incrociato sangue-urine. «Non vogliamo prelievi casuali»
ROMA - Hanno rifiutato il prelievo di sangue, domenica sera all’Olimpico, dopo la partita vinta contro la Roma, i due giocatori del Milan Gennaro Gattuso e Giuseppe Pancaro, sorteggiati dall’antidoping assieme ai colleghi giallorossi. È il primo mancato assenso da quando, il 22 e 23 gennaio scorsi, la Federcalcio ha ripristinato i controlli incrociati sangue-urine in campionato, partiti nella passata stagione e poi rimasti fermi per un lungo periodo in seguito a problemi di vario genere. Da quella data, per tre volte giocatori del Milan erano stati sorteggiati senza mai rifiutare i controlli, come invece è accaduto domenica a Roma. Si tratta, è bene ricordarlo, di controlli su base facoltativa: i calciatori, cioè, possono decidere volta per volta se accettare o meno il prelievo del sangue, senza incorrere, in caso di diniego, in alcun tipo di sanzione, né disciplinare, né amministrativa.
I controlli incrociati, introdotti nello scorso campionato dalla Federcalcio per scoprire l’uso di eritropoietina (sostanza vietata da tutti i regolamenti sportivi internazionali), naturalmente non vanno confusi con quelli antidoping veri e propri, che sono invece obbligatori (e a questi ovviamente si sono sottoposti Gattuso e Pancaro, che hanno messo a disposizione, sembra, una quantità maggiore di urina rispetto alle provette normali) e vengono effettuati analizzando solo le urine. Tuttavia, pur essendo facoltà dei calciatori di non sottoporsi al prelievo ematico, e preso atto delle ragioni illustrate da Gattuso che potete leggere qui accanto, resta la sorpresa per il rifiuto dei due milanisti. Dal 23 gennaio, infatti, sono state sorteggiate praticamente tutte le squadre di serie A e nessun giocatore si è sottratto al controllo incrociato.
In più, Gattuso, convocato da Lippi per la gara di sabato con la Scozia a San Siro, è anche consigliere dell’Assocalciatori, una delle componenti che maggiormente si è battuta per l’introduzione di questo protocollo. Del resto, sulla questione non sono mancati interventi pesanti e ai massimi livelli. Quello del presidente della Federcalcio Franco Carraro, per esempio, che minacciava: «Controlli a sorpresa, e niente nazionale, per chi rifiuta i test sangue-urine». Per non parlare del presidente della Lega e amministratore delegato del Milan Galliani: «Nel nuovo contratto che faremo con l’Aic proporrò l'inserimento dei controlli sangue-urina obbligatori per i calciatori. Chi non si sottopone dovrebbe essere punito». Dichiarazioni dell’anno scorso: avranno cambiato idea?
Complimenti ragazzi!!