28/11/2009 vs 03/12/2009 Cima Rosta: a change of seasons
Prati delle Viote. Dell'abbondante nevicata di qualche settimana prima non c'è quasi più traccia.
Su di un dorato e autunnale pascolo, io e Claudio, risaliamo la val Vaiona fino all'omonimo valico.
Umide nebbie vanno e vengono, la val dei Laghi è sommersa da un mare di nubi oltre il quale fanno capolino gli inconfondibili profili del Brenta e del Gazza.
La quota neve è nettissima.. sui 1600 metri.
In men che non si dica anche noi ci ritroviamo inghiottiti in uno spesso strato di nubi. Risaliamo così verso la cima Rosta, controlliamo attentamente ogni rada chiazza di neve.. fonti certe mi hanno detto che dopo le nevicate un orso era passato di qui.
Arriviamo in cima e l'umidità stringe forte la sua morsa, ci sediamo dinnanzi al Palon giusto per bere un po' di the caldo, la visibilità di fronte a noi è nulla.. però un qualcosa mi spinge a voltarmi ed ecco Cima Tosa e Cima Brenta emergere dalle nubi, e ancora dietro da ovest verso est il Blumone, il Carè Alto e la Presanella.
Poi nuovamente tutto si ricopre e ridiscendiamo al passo.
Da questo, sotto un sole che timidamente rifa capolino tra la coltre di nubi, prendiamo la strada che va a Malga Roncher, sotto la parete nord occidentale del Cornetto.
Ad un certo punto, quando le speranze ormai se n'erano andate, eccola! Un'impronta posteriore destra di orso! Aaaaa! Ed eccone un'altra e un'altra ancora, un'anteriore.. nell'unica macchia di neve superstite, sono vecchie e sformate, ma il profilo è inconfondibile!
Proseguiamo oltre e facciamo una pausa alla malga.. e da questa parto all'esplorazione del “famoso” sperone dei bonsai.. un luogo davvero suggestivo!
La giornata sta volgendo al termine e così ritorniamo sui nostri passi, che ancora una volta coincidono con quelli dell'orso...
