Comprato e letto, con la sciarpa per quanto possibile dato il periodo assai povero di tempo libero.
[alert: da questo momento passo in modalita' "pippa mentale". non ho la pretesa di dire cose sensate o anche solo attinenti al fumetto in senso stretto]
Lettura affatto amena e per certi versi meno appagante di tante altre opere di Moore, From Hell e', in prima analisi, un monumento alla pazzia, al delirio di onnipotenza, a una visione completamente egoistica, animale e dissennata del mondo e dell'agire umano. Non solo dispiega ogni via della "volonta' di potenza", che dal subconscio di un serial killer, all'ultima orgia di una puttana che sa che sara' ammazzata, arriva fino alle manovre sporche e sotterranee di una regina che vorrebbe estendere il suo potere anche oltre alla morte del marito, alle fandonie inventate dal suo presunto medium ora per essere al centro dell'attenzione ora per rifarsi di un'umiliazione, fino al timido tradimento amoroso da parte di un ispettore di polizia insoddisfatto o la sveltina con l'infermiera nella cella di un pazzo moribondo ormai senza identita'. Non solo mostra, in ogni strada, in ogni piazza e in ogni palazzo, la miseria in cui giace la Londra vittoriana, tra bordelli, dormitori, ricatti, figli illegittimi, matrimoni segreti, polizia inerme e paralizzata da giochi di potere, logge che non hanno piu' il controllo di loro stesse, regnanti in balia di visionari e criminali. No, le giustifica, affidanto a un delirante quanto onnicomprensivo misticismo la chiave di lettura della vicenda narrata e dell'intera storia umana, l'unica possibilita' di rivalsa e superamento della propria condizione. Un misticismo nero, sanguinario, fatto di divinita' dal nome impronunciabile e dalle sembianze disumane (cosi' Jahbulon come Ganesha), visioni di un futuro meccanico in cui le personalita' e i desideri appaioni sbiaditi, cancellati, chiese tetre e pagane costruite secondo un'arcana tradizione di cui non si conosce il codice ma si coglie la presenza opprimente.
From Hell, pero', non e' solo questo, ma anche il suo contrario. Il misticismo di Gull sfocia in una sorta di animismo, di olismo che cela una profonda devozione e senso di impotenza verso la Natura e il suo creatore. Gull non e' il "cattivo", e' soltanto l'uomo che - nella sua mente - segue il volere di Dio e offre lo strumento di riscatto a se' e alle sue vittime, compiendo un rito ancestrale di purificazione. Dal ritratto che Moore traccia di Gull nel fumetto e nelle note, emerge la figura di un uomo che ha donato se e la sua vita alla celebrazione della Natura (proprio la Dea Madre a cui sembra volersi opporre, curioso), e sembrano calzare a meraviglia le parole del Bodlèr:
"La Nature est un temple où de vivants piliers
Laissent parfois sortir de confuses paroles ;
L'homme y passe à travers des forêts de symboles
Qui l'observent avec des regards familiers.
Comme de longs échos qui de loin se confondent
Dans une ténébreuse et profonde unité,
Vaste comme la nuit et comme la clarté,
Les parfums, les couleurs et les sons se répondent."
[uahauahauaha, che sboronata che ci ho infilato!]
Non c'e' astio, interesse o egoismo nell'agire di Gull, ma la lucida consapevolezza di un Compito, svolto il quale avra' ottenuto il suo riscatto dal mondo materiale. In "From Hell" non ci sono vincitori se non Gull, che riesce a completare la sua Opera, dove ogni singolo altro personaggio fallisce malamente perso in un labirinto di trame e tessiture.
From Hell e' in realta', piu' che un fumetto ciclopico, quel che e' scritto tra le righe di un fumetto ciclopico. Per come l'ho visto, From Hell e' soprattutto il ritratto caricaturale ed esasperato di un pazzo lucidissimo e meticoloso, ossessionato da un misticismo tanto oscuro quanto affascinante, il cui operato - di cui sfugge il filo logico a tutti fuorche' a lui - segna in maniera indelebile la cultura degli ultimi decenni del secolo. Alan Moore.
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[Modificato da Wago 22/01/2006 11.00]